lunedì 24 settembre 2007

Fuorisalone 2007

Fuorisalone 2007. Il design arriva davvero dappertutto.....firmato Milena Bello e Fabio Luca Marchese Ragona per il TgCom

Credito al consumo...chi era costui?



CARTE REVOLVING:
ATTENZIONE AL TAEG
Sconti sì, ma solo con la revolving card personalizzata. L’ultima frontiera delle promozioni passa per la sottoscrizione di una carta di credito con il marchio della catena commerciale e quello della finanziaria. Si tratta di carte ricaricabili che permettono di comprare subito e di restituire a rate l’importo con l’aggiunta di interessi. L’offerta è per certi versi allettante perché i possessori di queste carte possono accedere direttamente a eventuali promozioni della catena commerciale che le emette senza bisogno di dover accendere una nuova domanda di finanziamento.
Attenzione però alle indicazioni di Tan e Taeg, valore, questo che, può raggiungere il 15-20% secondo quanto riporta la ricerca del 2005 di Altroconsumo. Ma quali sono i vantaggi per le società che emettono i finanziamenti? Innanzitutto ottenere informazioni sui gusti e sul comportamento dei clienti. Ogni volta che si utilizza la carta, infatti, la finanziaria ha la possibilità di tracciare tutti gli acquisti del titolare, che viene raggiunto così da proposte commerciali ad hoc con proposte di nuovi finanziamenti. Informazioni utili, che altrimenti la società dovrebbe comprarere all’esterno a caro prezzo.


TASSO ZERO:
CONVIENE DAVVERO?
Comprare un nuovo televisore Lcd e pagare in dieci comode rate senza spese supplementari per gli interessi. Si chiama tasso zero ed è il nuovo specchietto per le allodole per gli acquisti in tempi di saldi. Ma conviene davvero? Innanzitutto, occorre fare una distinzione tra le voci in capitolo. Da una parte, infatti, c’è tra la semplice rateizzazione del prezzo concessa dal rivenditore, dall’altra, invece, il finanziamento erogato da una società esterna che anticipa la somma al
negoziante. Nel primo caso si tratta di una semplice agevolazione ed è possibile perciò azzerare effettivamente le spese. Occorre fare attenzione, invece, quando interviene una finanziaria
esterna. In questo caso, infatti, il valore del Tan, pari a zero, nasconde un Taeg molto più alto che può arrivare fino al 15%. Una spesa di 4 mila euro, ad esempio, può comportare un esborso di circa 360 euro l’anno. L’interesse (Tan) viene sostenuto, in tutto o in parte dal rivenditore, ma poi ci sono le spese di istruttoria, incluse nel Taeg, che compensano lo sconto sul tasso.
Per non cadere nella trappola, consigliano gli esperti, meglio leggere attentamente il foglio
illustrativo.

domenica 23 settembre 2007

I miei primi passi../3

E così siamo arrivati allo scorso settembre. Mentre prosegue lo stage a Patrimoni tento il test del master in giornalismo dello Iulm. Due anni di lezioni sono tanti e la retta è quanto meno importante. Ma occorre provarci, pur consapevoli che non sarà una strada semplice. A questo punto non c'è molto da aggiungere. Ho lavorato parecchio, fuori e dentro il "bunker". Quest'estate ho passato tre mesi alla redazione economica dell'Ansa. Ho collezionato un altro tassello, che ora sembra ancora più importante dei precedenti, forse perché aumenta sempre di più il carico di lavoro e le responsabilità. Borsa, conferenze stampa, quotazioni, appostamenti, trimestrali. Vai, corri, scrivi in fretta, detta al telefono. Delle ovvietà per chi lavora nel settore e delle novità per me. Nel complesso, ottimo più direi. E ora si riprendono le lezioni.

I miei primi passi../2

E qui arriviamo al mio primo stage, al mio primo contatto vero e proprio con una redazione. Tgcom per un mese e mezzo, dai primi di giugno a metà luglio 2005. Si comincia a ingranare. I colleghi sono talmente gentili che ho sempre pensato che ogni redazione fosse così. Invece ogni giornale è un mondo a parte. Ma questo l'ho scoperto poco dopo, agli inizi di settembre, quando ho cominciato a collaborare con alcune testate locali dell'hinterland milanese. Non mi dilungherò particolarmente, ma, con tutti i loro difetti, sono state una buona palestra di scrittura, gestione delle notizie e dei contatti. Insomma, quando ti chiamano dicendoti "bene allora comincia e prepara una pagina su Corsico (la città in cui vivo) con quattro o cinque articoli ogni settimana", bè sembra una stupidata, ma non è così. Ti manca l'occhio critico per la tua città e -ancora di più - ti mancano i contatti. Cominci a chiederti: e adesso dove vado a pescarle le notizie? Mica mi aspetta il giornale!
Ma in qualche modo si fa. A marzo del 2006 ho lavorato in una piccola casa editrice per un mesetto per poi passare a Patrimoni, il mensile di Milano Finanza. Stage di sei mesi nell'ambito economico. Un'altra sfida. Che però mi ha formato sotto tutti i punti di vista. Ho cominciato con le rubriche e con la correzione delle bozze per poi aggiungere al mio carico di lavoro la scrittura di veri e propri articoli che, per la prima volta nella mia breve carriera giornalistica, sarebbero finiti in nazionale.

I miei primi passi../1

Comincerei perciò in sordina, spiegando chi sono e cosa ho fatto fino a questo momento. Riassumendo in breve, mi sono laureata due anni fa in lettere moderne all'università cattolica di Milano. Laurea quadriennale che mi sono goduta tutta d'un fiato tra lezioni, studio e lavori occasionali per capire come va effettivamente il mondo del lavoro. La mia tesi, sulla guerra in Iraq del 2003, è stata una boccata d'aria verso il fantomatico universo del giornalismo che fino a quel momento per me restava ancorato alla vecchia idea dell'inviato montanelliano. Una bella esperienza, un buon approdo alla conclusione degli studi, almeno fino a quel momento. Nel frattempo ho seguito un corso del Fondo sociale europeo sul giornalismo e i contenuti multimediali. Solito nomi altisonanti per attirare una "clientela" sempre più ampia e giovane. In ogni caso devo dire che è stato formativo, anche se, naturalmente non ha potuto garantirmi un lavoro in brevissimo tempo!

Bisogna fare un passo indietro

L'obiettivo è non annoiare, ma non è così semplice. Spesso un blog di questo tipo finisce per diventare una vetrina addobbata che serve soltanto a dire quanto siamo bravi, guardate, in questa scuola abbiamo fatto un sacco di cose, siamo meglio di molti altri. Insomma parole vane visto che ogni giorno da tempo - e ancora di più quando si alzerà la cupola che ci ha protetto e ci ha coccolato con il suo calore ovattato e dovremo sgomitare per trovare effettivamente un lavoro - ci accorgeremo che dobbiamo ancora farne di strada per ritenerci giornalisti. La gavetta è ancora lunga. Ma dicevo del blog. L'altro pericolo, in verità ancora più fastidioso, è che questo spazio virtuale possa diventare uno sbrodolio di discorsi sui massimi sistemi. Un modo per sottolineare quanto siamo intellettuali. Lungi da me tutto questo. Almeno a parole, ovvio. Perché, come si sa, la tentazione di incensarci è forte.

giovedì 20 settembre 2007

Se è vero che il blog sarà il nostro futuro..

Dicono che il blog sarà ilnuovo veicolo dell'informazione. Un mezzo agile e alla portata di tutti. Bisogno però abituarsi al nuovo contesto. Buon viaggio a me e a tutti quelli che avranno modo di spulciare queste pagine